Ferruccio Cainero ha fatto dell’impegno civile una delle caratteristiche più apprezzate del suo teatro. Nel suo nuovo spettacolo è l’acqua al centro della narrazione. «L’acqua dell’Indo ormai non arriva più al mare. Il fiume è in secca», dice Ferruccio, «ma se volete vedere dove finiscono i tre quarti dell’acqua dell’Indo aprite il vostro armadio. Per produrre una maglietta di cotone serve l’acqua di 25 vasche da bagno. Il Pakistan vende cotone a tutto il mondo. Per l’Indo non fa differenza se voi andate in giro con una maglietta con su scritto me ne frego o con scritto: salviamo l’Indo. Non ci avevate mai pensato? Neanch’io e ci sono tante altre cose che non avevamo mai pensato».
In “Acqua, narrazione non dolcificata” Ferruccio Cainero è accompagnato dalle intermittenze musicali di Pierluigi Ferrari che, a suo modo, con la chitarra propone un viaggio nostalgico di arie e canzoni d’autore da tutti orecchiate nella post-modernità. Lo spettacolo si avvale della consulenza scientifica di Claudio Valsangiacomo, direttore del Centro per lo sviluppo e la cooperazione della SUPSI.