Topazio Perlini voleva fare il gioco dei tarocchi: così ha creato un nuovo mazzo, utilizzando la tecnica del collage, per modificare le fantastiche carte disegnate nel 1909 da Pamela Colman Smith. Segni e significati sono così un po' cambiati, per raccontare storie nuove e creare connessioni mai pensate.
Questo è importante: siamo abituati a identificare la lettura dei Tarocchi con la magia e la previsione del futuro, come se le carte sapessero qualcosa e, usate in un certo modo, potessero rivelarcelo. L'approccio di Topazio è piuttosto quello del gioco condiviso: c'è lui, che guida il gioco, poi c'è la persona che fa una domanda alle carte, poi c'è il pubblico, poi ci sono ospiti improvvisi e alla fine poi ci sono le carte stesse, che appaiono sul palcoscenico con le loro figure ed i legami che hanno fra loro. Non si tratta di rintracciare una verità nascosta, ma di mettere in gioco pensieri, esperienze, attese ..., dentro una storia che man mano si costruisce attraverso la scelta casuale delle carte ed il loro disporsi sul tavolo in relazione fra loro. Non c'è nessuna profondità da rivelare, ma solo un gioco di superficie, a metà tra vero e non vero. E come fanno tutte le storie raccontate, le Figure rimettono in fila i pensieri, li spingono un po' oltre, li fanno ridere o dormire o ballare. I Tarocchi Trasformati fanno fare le capriole alle emozioni!