Quarantenni a confronto tra colpi di scena, battute comiche, amicizia, rancori e legami profondi, dove il pubblico si intreccia con il privato ed essere coerenti con le proprie convinzioni politiche è a volte un optional, altre volte un’impresa.
Serata conviviale a casa di due professori dichiaratamente di sinistra. Tra parenti e amici inizia un gioco di provocazione e di verità che si allarga sino a diventare il ritratto di una generazione. Oltre ai padroni di casa ci sono il fratello di lei che fa l’agente immobiliare, la sua compagna e l’amico single. Quella sera il fratello comunica a tutti che diventerà padre. Felicitazioni, baci e abbracci. Poi le solite domande: sarà maschio o femmina, che nome gli darete? Il futuro papà non ha dubbi che sarà maschio, ma lo sconcerto nasce quando egli comunica il nome che hanno deciso di dare al figlio. Un nome improponibile, che evoca imbarazzanti memorie storiche. Da qui la discussione degenera investendo valori e scelte personali. Tra offese reciproche, che non mancano di ferire tutti, nasce così il ritratto di una generazione allo sbando, dove tutti hanno qualche segreto da nascondere o da rinfacciarsi.
"Le prénom" è stato anche un film di grande successo in Francia (regia degli autori) e in Italia (regia di Francesca Archibugi). La versione teatrale italiana è in scena da oltre dieci anni e non smette di far ridere il pubblico, diventando un classico della comicità contemporanea.