Édith Piaf, l’anima jazz

La sofisticata eleganza e l’intensa drammaticità del repertorio di Édith Piaf parrebbero concedere poco o nulla al mondo del jazz, improntato su atmosfere più primitive e viscerali. Così il celebre scatto fotografico in cui vediamo la Môme intenta a leggere la mano di Django Reinhardt ci appare suggestivo (chissà se in quel momento i due abbiano intravisto l’alternarsi di luci e ombre che si stava affacciando all’orizzonte della propria esistenza... ) ma tutto sommato marginale. Eppure uno sguardo attento rivela insospettabili punti di contatto fra i due mondi, capaci di un dialogo maturo e fecondo. Non è un caso, insomma, che alcune delle canzoni interpretate dalla Piaf siano entrate di buon diritto nel repertorio jazzistico internazionale. Rileggendo in chiave jazz i brani più celebri di una carriera straordinaria (“La vie en rose”, “Non, je ne regrette rien”, “Milord” e molti altri) lo spettacolo coinvolge lo spettatore in un connubio musicale di grande fascino, corredato da brevi quadri descrittivi che ne ripercorrono le tappe più significative.

ÉDITH PIAF, L'ANIMA JAZZ